Le prime volte in cui mi hanno spiegato questo concetto confesso di aver storto il naso. Ci ho pensato per giorni, mi chiedevo come fosse concretamente possibile e fattibile partire dall’agire per l’impatto sociale.
Sicuramente serve una miglior comprensione di cosa si intende per impatto sociale ed appurarlo è stato utile, poi è come la piscina: ci si deve buttare. Un bello slancio e si inizia a ragionare su quale può essere l’impatto sociale del proprio progetto per arrivare ad anteporlo ad ogni tipo di altro obiettivo o risultato.
Nel nostro caso abbiamo identificato, in diverse fasi e mettendolo sempre più a fuoco, il cambiamento di lungo periodo a cui tendere o che percepivamo si potesse ottenere con il proseguimento del progetto a medio lungo termine.
La seconda azione rilevante è stata quella di costruire le attività e le iniziative per puntare a generare quella nuove dimensione. Cosa possiamo fare oggi perchè nel futuro si manifesti una determinata situazione sociale?
Nel caso di Coach di Quartiere agiamo intenzionalmente per favorire la creazione di un continuum temporale le cui dimensioni di impatto sociale si tradurranno (in parte già lo stanno facendo) in movimento continuo di volontariato giovanile, inserimento nelle abitudini di bambini e famiglie della pratica socio sportiva, incremento dell’indice di sportività dei bambini, integrazione nel sistema locale di welfare della funzione Coach di Quartiere (Scuole e istituzioni lo prevederanno come attività istituzionale), creazione di opportunità di lavoro per coordinatori sportivi di terzo settore.
Abbiamo iniziato a raccogliere le evidenze della nostra intenzionalità di impatto nel percorso progettuale dello SPORT WELFARE REPORT, a questo link trovi gli approfondimenti: