Mi fa sempre specie pensare all’arrivo della fine dell’anno. Tutte le volte che ne parlo rifletto su questo termine apparente, fittizio. Di fatto tutto è in continuità e fluisce nel suo naturale processo. Noi possiamo inserire nel flusso degli input, degli stimoli, per poter innescare nuovi movimenti del circuito per dare all’evoluzione una direzione che avvicini i nostri desideri di cambiamento, di mondo che vorremmo e che ci piacerebbe si verificasse per noi e per le persone a cui teniamo.
Spesso mi trovo a dire i giovani saranno il futuro, agire per loro e con loro la nostra opportunità di stimolare il cambiamento e di lasciare il segno.
Negli ultimi mesi, quelli finali dell’anno, abbiamo messo in atto una nuova azione di dialogo con i ragazzi e i territori per far nascere un cambiamento nel futuro, nei prossimi cicli annuali.
Un percorso di condivisione di come lo sport possa essere uno strumento per vivere il proprio presente in modo attivo. Nelle scuole superiori delle città in cui Coach di Quartiere è attivo abbiamo proposto il modulo di orientamento al volontariato sportivo.
Al di là dei contenuti, degli esiti e degli impatti che potremo capire solo nei prossimi mesi e anni, siamo entrati in contatto con più di 100 Classi, superando i 2000 studenti.
Siamo arrivati a questa dimensione ipotizzando e mettendo nei nostri budget un intervento su 40 classi, l’interesse e l’adesione è stata molto più alta andando a costringerci ad investimenti economici per poter soddisfare la richiesta aderendo a pieno alla nostra missione.
Penso che la buona riuscita di questa azione esprima al meglio il potenziale del progetto. Coach di Quartiere e i suoi playmaker, stanno dimostrando capacità. La ricaduta positiva di questo lavoro e la sua qualità può essere rilevante nell’interesse comune, di tutti gli stakeholder diretti ed indiretti.
Trovo questa modalità molto affine alle capacità dell’Orma, molto spontanea e penso che possa integrarsi bene con la volontà di coloro che ci raccontano che sarebbe interessante e utile fare azioni per i giovani ma non ne hanno poi la capacità attuativa. Magari potrebbero contribuire ai costi e perseguire il bene comune attraverso questa modalità diventando sinergici con tale azione.
Per tutti i soggetti meno attuatori e che hanno già espresso la loro propensione a contribuire, ritengo necessario lo studio di modalità più pratiche che facilitino, davanti a evidenze di bisogno e di opportunità con ottime percentuali di successo, la possibilità di ottener contributi funzionali ad un maggior impatto sociale.
Servono nuove soluzioni che riducano la dispersione di valore a cui si è costretti per sostenere azioni di interesse generale.