Coach di Quartiere dà la possibilità a molti bambini di fare sport gratuitamente con dei ragazzi adolescenti volontari nei parchi comunali. A cercare di tenere insieme questo vivo e variegato gruppo c’è il Playmaker. Maglietta gialla, occhio vigile e voce da vendere… In breve, è come mi descriverei. Questo ruolo mi permette di vivere il progetto in tutte le sue parti, dall’ufficio al parco, dagli excel ai giochi.
Quando siamo al parco giochi, spesso mi focalizzo sulle necessità contingenti, quelle che vanno risolte subito e che non possono aspettare: il bambino che si fa male, qualche coach che ha bisogno, i genitori che chiedono informazioni. Altre volte, in attimi di tranquillità, scatto foto e salto da un gruppo all’altro a controllare che tutto proceda. Ci sono stati pomeriggi dove la pace era un po’ più lunga di un attimo e accompagnava le nostre attività.
Qualche giorno fa, ad esempio, siamo arrivati al parco tutti insieme: coach, bambini e qualche genitore che seguiva la carovana. Tutti sono andati nei propri gruppi e i giochi sono iniziati. Un bimbo deve andare in bagno, una bambina ha scordato la borsa con il cambio, una mamma chiedeva fino a quando sarebbero durate le attività. Tra una cosa e l’altra, sono già le 17:30. Prendo il telefono, apro la telecamera e inquadro il parco con un’angolatura molto ampia. Nella cornice vi erano magliette di tutti i colori che correvano in un prato. Qualche felpa blu un po’ più grande che gesticolava guardando tutte quelle piccole sfumature mischiarsi. Le voci si sentono anche in foto, tanto da riuscire a dare una forma al divertimento. Dagli alberi si nota una certa arietta e qualche nuvola ripara dal sole, che cerca però di farsi strada, probabilmente per guardare quella grande magia che abbiamo creato.
Nei pomeriggi di Coach di Quartiere, i rapporti che tutti noi instauriamo e coltiviamo attraverso il gioco fanno prender vita e colore alla natura. Il parco è felice e più vivo che mai.