Tra i miei metodi per partire con un procedimento di costruzione c’è quello di scegliere un primo elemento e ragionare su come costruire intorno ad esso il racconto e lo sviluppo del tutto.
Per molte azioni del mio lavoro da sempre la scuola è un punto di partenza. Credo fortemente che si possa e debba partire da lì per poter dare basi solide ad un progetto educativo. Nel caso di Coach di Quartiere la scuola è uno stakeholder molto rilevante. In primis per ciò che concerne il percorso di intercettazione dei beneficiari, dei bambini che parteciperanno alle attività sportive. Crediamo nella relazione che le maestre possono stabilire con le famiglie e per noi sono un interlocutore rilevante per conoscere come lo sport possa giocare un ruolo vincente nella vita di alcuni bambini dei loro. Allo stesso modo la scuola primaria ci porta a contatto in termini di fiducia con le famiglie favorendo il tipo di approccio necessario a garantire ai volontari di poter operare in pace e allegria.
L’altro grado di coinvolgimento della scuola è a livello Secondario, con le superiori. Con loro facciamo un piano di presentazione dell’opportunità di poter diventare volontari dello sport e arriveremo a rendere Coach di Quartiere un momento didattico valido per il programma di Educazione Civica.
In entrambi i casi, dopo i primi anni, ci stiamo rendendo conto di come Coach di Quartiere stia diventando strutturale, ci si aspetta che arrivi, che inizi che entri a scuola.